
L’edera, caratteristiche della pianta
L’edera è la pianta rampicante per eccellenza, diffusa su tutto il territorio nazionale, è molto rustica e, alle giuste condizioni, è molto facile da coltivare.
La sua fioritura tardiva è molto gradita alle api e agli altri insetti impollinatori.
L’edera ha numerose proprietà officinali, anche se l’uso in preparazioni domestiche è sconsigliato poiché le sue parti hanno componenti tossiche.
Per il suo uso quindi, ha bisogno di essere trattata in erboristeria.
La sua storia
L’edera comune (Hedera helix) è una sempreverde della famiglia delle Araliaceae, genere Hedera.
L’etimologia del nome risale al termine latino hadaéreo=aderire, che richiama la sua capacità di aderire alla superficie degli altri vegetali.
In greco l’edera è chiamata Kissós, uno dei nomi con cui è noto Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza.
La leggenda narra che la pianta di edera comparve sulla terra alla sua nascita per proteggerlo con la sua vegetazione.
A conferma di ciò, Dioniso, Bacco per i romani, è raffigurato con una corona di edera a cingerne il capo.
Per i popoli antichi questa pianta era anche simbolo della passione che spinge gli amanti a unirsi in un abbraccio eterno.
Caratteristiche botaniche
L’edera comune è una pianta lianosa, ossia che non è in grado di reggersi da sola, per questa ragione assume portamento rampicante o strisciante.
La pianta è formata da numerosi fusti di tipo volubile che emettono radici avventizie, le quali aderiscono alle superfici.
Queste radici vengono emesse ai nodi delle ramificazioni e servono anche per far attecchire la pianta al terreno.
I fusti dell’edera hanno, all’inizio, consistenza erbacea, poi, col tempo, diventano semilegnosi.
Da giovani hanno una corteccia liscia e glabra, di colore verde scuro, invecchiando, invece, diventano scabri, con corteccia grigiastra.
Viene considerata una pianta parassitaria, cioè in grado di succhiare la linfa delle piante sulle quali cresce.
Questa convinzione è però errata, in quanto le radici avventizie servono solo da appiglio e non sottraggono la linfa, ad esempio al tronco di un albero.
I problemi che l’edera può causare alle altre piante sono invece legati all’eccessiva copertura, che riduce l’assorbimento della luce solare e quindi di fotosintesi.
Foglie
Le foglie dell’edera sono sparse sulla chioma, sono persistenti e coriacee e hanno margini lisci.
Le foglie adulte sono verde scuro, ma da giovani sono più chiare.
Hanno evidenti nervature bianche, inoltre sono lucide nella pagina superiore e dotate di picciolo.
Osservando bene la pianta si nota che le foglie hanno forme differenti, questo fenomeno è chiamato eterofillia o dimorfismo fogliare.
La loro diversità è dovuta a caratteri genetici, ma anche alla diversa esposizione.
Le foglie meno esposte al sole hanno la tipica forma palmato-lobata, nei rami più alti invece, quelli più esposti al sole e che portano i fiori, le foglie sono cuoriformi (ovato-romboidali).
Fiori, fioritura e frutti
I fiori dell’edera si trovano riuniti a ombrello, all’apice dei rami fioriferi.
Ogni infiorescenza è composta da circa una ventina di piccoli fiori, di colore giallo-verdastro.
La fioritura è molto importante per l’equilibrio dell’ecosistema, infatti è una delle ultime piante a fiorire, da ottobre in poi, offrendo del nutrimento agli insetti durante l’autunno.
I fiori sono ricchi di nettare e polline, per questo vengono bottinati in modo massiccio da api e altri impollinatori.
Dall’edera si può ottenere anche miele monoflorale, questa pratica però in apicoltura è poco diffusa, per via della veloce cristallizzazione.
I frutti sono piccole drupe ovoidali che si formano a inizio primavera.
Il colore delle bacche è dapprima verde, poi rossastro, infine nero.
Come coltivare l’edera
Coltivare l’edera in giardino può essere un’ottima soluzione per ricoprire grandi superfici, sia verticali che orizzontali.
L’edera cresce bene anche sui muri, che spesso sono grigi e brutti da vedere, i più temerari la usano per ricoprire per intero le case.
Si tratta di una pianta che ama le zone umide e ombreggiate, cosa di cui tenere conto quando si sceglie la posizione iniziale (bisogna evitare zone secche e troppo soleggiate).
A livello di temperatura resiste bene sia in estate che in inverno, non teme molto le gelate cosa che invece la mette a rischio nei primi anni di vita.
È una pianta rustica, senza grosse esigenze nel tipo di terreno, l’importante è che sia fresco e abbastanza profondo.
Fonte: www.coltivazionebiologica.it
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